Il Liceo ‘Albert Einstein’ di Rimini insieme a tanti protagonisti del sociali, tra cui anche le cooperative Formica e Cento Fiori, per un progetto sulle professioni del mondo sociale riminese
E’ una contaminazione naturale quella tra scuola e mondo cooperativo, un contagio genuino che attraverso l’alternanza scuola lavoro sta coinvolgendo, a Rimini, sempre più scuole. Il progetto, questa volta, è partito dal Liceo Einstein, ed è dedicato alle professioni del mondo sociale. L’obiettivo è quello di aprire ai ragazzi anche le prospettive lavorative del mondo no profit, che sul nostro territorio riminese, come in tutta l’Emilia Romagna, si esprime in maniera decisiva. Sono state tre le aree dentro le quali si sono analizzate le varie professioni che compongono parte della sfera sociale del mondo no profit: le dipendenze, l’immigrazione ed il carcere. Tre ambiti fondamentali che i ragazzi del Liceo Einstein, hanno avuto modo di conoscere ed approfondire a cui si è aggiunto anche la conoscenza del mondo della cooperazione sociale. Un progetto di ampio respiro, iniziato quest’inverno e strutturato in tante tappe ed incontri formativi, concluso in queste ultime settimane di maggio, che ha coinvolto tante realtà sociali importanti del nostro territorio che esprimono validissime professionalità nel settore, tra cui anche le cooperative sociali ‘La Formica’ e ‘Centofiori’.
Più di una dozzina le circolari emesse sul progetto in questione, visionabili sul sito web della scuola, dalle quali emerge un caleidoscopio di appuntamenti. Un vasto calendario di incontri, completo e diversificato, scrupolosamente definito dalla prof.ssa Lucia Morri e dal prof.re Andrea Grossi, docenti di storia e filosofia del Liceo Einstein, con il quale gli studenti hanno avuto uno spettro visivo completo di quello che è il panorama sociale del nostro territorio. Tante ore di formazione ma soprattutto tante visite esterne nei luoghi della città dove avviane l’inclusione, e dove si svolgono le funzioni più importanti del sociale. L’efficace confronto è avvenuto con i professionisti, di oltre 10 strutture specializzate come: Volontarimini, la ASL di Rimini – Ser.T, il Centro Giovani Rm 25, l’Associazione Agevolando, la Caritas, la Coop. Soc. Millepiedi, la Comunità terapeutica di Vallecchio, il Consorzio ‘Via Portogallo’ ed in particolare le sue Coop sociali La Formica e Centofiori, la Comunità di San Patrignano, la Casa Circondariale di Rimini con i suoi progetti di integrazione tra cui “Andromeda” e ‘il caffè corretto”. I ragazzi hanno avuto anche la possibilità, di incontrare esperti legali, come gli Avvocati Tencati e Romiti e hanno fatto un’esperienza, a 360 gradi, di ciò che sono le professioni che operano nel mondo sociale, che sono state esaminate in tanti ruoli, funzioni e mansioni diverse.
Interessante il percorso didattico sul tema della cooperazione sociale, affrontato da Pietro Borghini. E’ stato proprio in questi incontri, avvenuti in più occasioni, sia in classe che nella sede della cooperativa, che è stato spiegato loro quali differenze ci sono tra cooperative sociali e non sociali, quanti tipi di attività svolgono (tipo A e tipo B), cosa significa “onlus”, che cosa significa “no profit”, ed anche come riescono a coesistere contemporaneamente, in questo tipo d’imprese, la solidarietà e l’imprenditorialità. Agli studenti è stato poi assegnato un compito molto particolare, cioè la simulazione della creazione e della gestione di una impresa sociale con forma cooperativa. I ragazzi hanno costruito un percorso, dalla costituzione all’avviamento, del primo anno di vita di una cooperativa sociale.
Nozioni giuridico-economiche, dinamiche di gestione e competenze specifiche che gli aspiranti cooperatori del Liceo Einstein, hanno avuto la possibilità di restituire, relazionando in un momento dedicato esclusivamente a loro nel mese di marzo. La presentazione è stata fatta davanti ai loro compagni di classe, agli insegnanti e a diversi responsabili delle due cooperative, tra cui anche i due presidenti Cristian Tamagnini della Centofiori e Pietro Borghini de La Formica. I ragazzi hanno illustrato, anche graficamente, due tipi diversi di cooperative (tipo A e tipo B) dalla costituzione dello statuto alla composizione ed i ruoli del CdA, fino all’individuazione delle attività di lavoro dell’impresa. Una vera e propria simulazione iniziata dalla progettazione fino alla realizzazione virtuale di una cooperativa sociale, con la redazione di un vero e proprio business plan relativo ad un anno d’esercizio: avvisi di convocazione di assemblea, verbali delle assemblee sociali e delle riunioni del cda, resoconti dell’attività dell’anno di esercizio, registrazioni contabili, bilanci e attività di rendicontazione relative alla chiusura dell’anno. Un importante lavoro di gruppo, realizzato anche come compito a casa, con il quale, in una vera alternanza scuola lavoro, i liceali hanno potuto davvero sperimentare le tante professioni che ruotano intorno al mondo del sociale.
“Si tratta di un’attività formativa che La Formica sta portando avanti con sempre maggiore coinvolgimento – ci tiene a precisare Pietro Borghini – Ci sta capitando sempre più spesso di essere contattati per attivare, nell’ambito di percorsi previsti dalla buona scuola, progetti formativi per gli studenti sui temi della cooperazione sociale. Si tratta di un modello formativo che si rinnova sempre, ad esempio, in questo caso, la novità è stata la chiusura del progetto che è avvenuta in cooperativa anziché in classe. Cerchiamo di caratterizzare il progetto a secondo della scuola e delle necessità che ci vengono manifestate, come in questo caso è stato scelto il tema delle professioni del sociale. E’ inutile ribadire che per noi rinnovare il contatto con i giovani e il mondo della scuola in particolare è una cosa fondamentale. La cooperazione sociale, che è molto forte nella nostra regione deve trovare anche i modi per rinnovarsi continuamente. Questi studenti che la scuola sta formando come futuri professionisti potranno essere i cooperatori di domani. Siamo consapevoli di portare avanti un esempio imprenditoriale unico nel suo genere e fondamentale per creare un mercato equo e sostenibile. E’ per questo – conclude il presidente de La Formica – siamo sempre disponibili ad aprire le nostre cooperativa al mondo dei giovani e alle scuole in particolare. Solo in questo modo possiamo sperare di non chiuderci in noi stessi, rinnovarci e far evolvere le nostre realtà, continuando a mettere in campo buone prassi ed esempi di imprenditoria sana”.
“La Cento Fiori affonda le sue radici sull’attività legata al recupero dalle tossicodipendenze – afferma Cristian Tamagnini rivolgendosi ai ragazzi del Liceo – Non lo dimentichiamo, anzi rilanciamo con nuovi percorsi per gli utenti che hanno la doppia diagnosi (dipendenza più disturbi di personalità o altri problemi psichiatrici). L’accoglienza per i richiedenti asilo è un altro settore, relativamente recente ma già stabile. Tra i progetti che ci stanno particolarmente a cuore c’è l’InVaso, che stiamo consolidando all’interno del parco XXV aprile di Rimini, sia con l’attività del vivaio La serra Cento Fiori, sia con l’attivazione di percorsi culturali e agro-forestali. Se il mercato chiede servizi migliori a costi più bassi la sfida è rispondere mantenendo l’occupazione. Questa è la nostra sfida, ma stiamo cercando anche di rilanciare – conclude il Presidente della cooperativa Cento Fiori dopo aver condotto i ragazzi in visita negli spazi della sua cooperativa – sopratutto nei servizi ai clienti privati, che ci vedono impegnati nei prodotti per il giardinaggio, il centro stampa e nei servizi veterinari, sui quali abbiamo molto da dire e, sopratutto, molto da dare al mercato”.
“L’iniziativa si è svolta nell’abito della convenzione per l’Alternanza scuola lavoro, sottoscritta tra Volontarimini e il Liceo Einstein – ribadisce Loredana Urbini – Il progetto ha toccato anche alcune realtà sociali che aderiscono alla nostra rete in una visita itinerante avvenuta lo scorso 10 maggio. I ragazzi sono andati prima nella casa dell’intrecciatura, dove gli sono stati presentati due servizi del comune svolti da cooperative sociali, che sono L’assistente in famiglia e il Servizio front office cittadini stranieri. Qui si è svolto un laboratorio in cui i ragazzi hanno riconosciuto le competenze degli operatori ed è stata presenta loro la scuola di italiano per stranieri, gestita dalla dall’Associazione Arcobaleno. Poi la visita è proseguita presso Casa Madiba per l’incontro con altre 5 associazioni che operano sul territorio nel settore immigrazione e intercultura. Con la formula della biblioteca vivente, cioè una metodologia in cui sono le persone che si raccontano – conclude la coordinatrice di Volontarimini – i ragazzi, divisi in piccoli gruppi, hanno incontrato le associazioni facendo una vera esperienza d’integrazione”.
Insomma un’alternanza scuola lavoro che ha avuto una formula diversa dal solito. Non solo perché il mondo del lavoro preso in esame è stato quello del no profit, dalle strutture socio sanitarie, detentive, riabilitative, fino alle associazioni e alla cooperazione sociale, ma anche per il coinvolgimento con cui i ragazzi hanno vissuto l’esperienza lavorativa: ovvero tramite un contatto personale. Detenuti, immigrati, ex tossicodipendenti, svantaggiati che con il racconto della loro storia di vita, spesso drammatica, hanno prima di tutto messo in guardia i ragazzi dai pericoli dell’alcol, della droga ecc.. Ma soprattutto hanno trasmesso loro l’energia la forza, la voglia di riscatto e la determinazione che, senza pregiudizio, viene intercettata dalle realtà sociali e trasformata in occasione di ‘seconda possibilità’. Quel momento di riscatto che consente alle persone di cambiare il paradigma, riprendersi la propria vita e diventare a loro volta, come spesso accade, protagonisti del sociale.
Un confronto, denso di emozioni, anche quando i ragazzi hanno incontrato chi sta dentro le organizzazioni e gestisce materialmente il lavoro. Come responsabili di settore, i dirigenti, i tutor, gli educatori dei luoghi visitati. Fondamentale ad esempio la testimonianza di Monica Ciavatta della cooperativa Cento Fiori, di Mirca Renzetti, Marchetti Sabrina e Ardjana Vogli de La Formica che hanno raccontato ai ragazzi, ciascuna per le proprie competenze, quali difficoltà, resistenze, situazioni problematiche si nascondano dietro ad un percorso di inserimento che sia lavorativo, riabilitativo, d’inclusione, ecc. Ma anche quale passione occorre avere per fare uno dei mestieri più affascinanti e stimolanti che, nonostante tutto, continua a dare loro enormi soddisfazioni.
Emiliano Violante
Con la collaborazione di Enrico Rotelli
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L’intervista ai docenti del Liceo ‘Einstein’ che hanno condotto i ragazzi in un viaggio nei luoghi della città dove avviene l’inclusione. La parola alla Prof.ssa Lucia Morri e al Prof.re Andrea Grossi