L’intervista ai docenti del Liceo ‘Einstein’ che hanno condotto i ragazzi in un viaggio nei luoghi della città dove avviene l’inclusione
La parola alla Prof.ssa Lucia Morri e al Prof.re Andrea Grossi

Un vero e proprio viaggio fra le realtà che operano nel sociale del nostro territorio, che si è concluso in questi giorni con i ragazzi del Liceo Einstein di Rimini. Ne abbiamo parlato con gli organizzatori che hanno strutturato un vasto calendario di incontri, portando i loro studenti in visita nei luoghi della città dove avviane l’inclusione, e dove si svolgono le funzioni più importanti del sociale.

La parola alla prof.ssa Lucia Morri e al prof.re Andrea Grossi, docenti di storia e filosofia del Liceo Einstein e tutor del progetto di alternanza scuola lavoro

Prof.ssa Morri, in che modo è strutturato il progetto  e come avete coinvolto i ragazzi?


SI tratta di un progetto dedicato alle professioni del sociali, abbiamo coinvolto varie classi su alcuni ambiti che sono l’immigrazione, le dipendenze e il tema del carcere, Tre temi importanti divisi in tanti appuntamenti che hanno coinvolto diverse classi in tempi e modi differenti.  I primi  incontri,  cioè quelli sull’immigrazione e le dipendenze, hanno visto la partecipazione dei ragazzi ad un laboratorio di simulazione su come si crea una cooperativa sociale, sia di servizi che d’inserimento lavorativo. Il progetto poi ha toccato moltissime realtà del territorio. Per quanto riguarda l’immigrazione abbiamo prima svolto un lavoro di ricerca in classe, poi coinvolto un avvocato che ci aiutasse a capire gli aspetti teorici ed incontrato la Caritas e la realtà RM25. Abbiamo incontrato La  Formica proprio per vedere gli aspetti legati all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Nell’ambito invece delle dipendenze ci siamo rivolti alla ASL di Rimini – Ser.T ed abbiamo incontrato la comunità di Vallecchio, gestita dalla cooperativa Centofiori, e la comunità di San Patrignano. Si tratta di un progetto trasversale, cha ha avuto uno sguardo su tutte le realtà attive del territorio e su tutti i servizi che nel territorio si occupano di questo settore.     

Prof.re Andrea Grossi come avete scelto i temi del progetto e qual’è stata la reazione dei ragazzi?

L’obiettivo del progetto è stato un po quello di andare incontro agli interessi dei ragazzi. Sono stati loro a scegliere le tematiche, in particolare quelle dell’immigrazione, le dipendenze e il carcere. Per come è stato ideato il progetto si è proprio voluto partire da loro,  tanto che abbiamo cominciato a coinvolgerli chiedendogli che cosa questi argomenti gli facevano risuonare, stimolando una riflessione molto partecipata. Anche sulle attività di ricerca  i ragazzi sono stati protagonisti, nel senso che sono stati loro a realizzare delle presentazioni che poi sono state aggiustate dai vari esperti. In questo senso abbiamo pensato che farli entrare in contatto con le professioni che si occupano direttamente di queste tematiche, era un percorso interessante, per avvicinarli a questo mondo in maniera un po più seria e consapevole.

I ragazzi hanno conosciuto questo mondo per la prima volta, oppure avevano già delle nozioni scolastiche a riguardo?

Proprio per l’indirizzo della loro scuola non avevano mai incontrato queste realtà, come magari fanno gli altri istituti tecnici più orientati al mondo del lavoro. In questo senso, farli toccare con mano questo mondo, è stato a nostro avviso un valore aggiunto. E’ stato Borghini Pietro, il presidente, che è venuto a spiegare in classe che cosa è la cooperazione sociale, con l’attività di simulazione con cui i ragazzi si sono messi alla prova proprio come se fossero dei piccoli imprenditori. Si tratta anche per loro di un’opportunità di lavoro futura, un’occasione importante visto che sul territorio riminese la cooperazione esprime un numero di imprese importante.  Ciò che ci interessava era proprio far conoscere quella che è la realtà riminese e soprattutto fargli capire che in questo settore c’è una importante possibilità di orientamento per il loro futuro. Questo credo davvero che sia stato percepito dai ragazzi.

                                                                                                                     Violante  Emiliano