L’incontro avvenuto lo scorso marzo negli spazi (da ristrutturare) della nuova sede, è stato un momento davvero  importante per la cooperativa, non solo per il momento formativo organizzato dalla direzione su alcune parole di senso scelte per un’importante momento di riflessione condiviso. Prima che iniziassero i lavori infatti è accaduto qualcosa di molto significativo tra i soci presenti che ha fatto scattare ancora una volta la catena di solidarietà fra colleghi, come già accaduto in altre occasioni.  

Maria, di nazionalità ucraina, socia e dipendente della cooperativa da oltre 15 anni, ha voluto fare dono di una sua testimonianza, raccontando il dramma che sta vivendo il suo popolo e in particolare quello della sua famiglia. Un racconto commovente con il quale la cooperatrice ucraina non ha nascosto tutta la sua amarezza e la grande preoccupazione per le sorti della sua gente, tra cui anche i suoi familiari, rimasti nella città di  Ivano-Frankivs’k, da cui lei tanti anni fa era partita per raggiungere l’Italia e sistemarsi a Rimini con suo marito. 

Un racconto dettagliato e tragico, come riportatogli dalle poche telefonate che aveva avuto con i suoi figli. I bombardamenti, le case distrutte, i rifugi senza la corrente elettrica o il riscaldamento, i bambini scappati con le proprie mamme e la grande fuga dei profughi versoi paesi confinanti. Una situazione drammatica, che come viene raccontato tutti i giorni anche dalla televisione è molto preoccupante per questa guerra ingiustificata ancora in corso, dovuta al tentativo della Russia di occupare i territori del popolo ucraino. 

Durante l’incontro i soci hanno espresso la massima solidarietà ai loro 4 colleghi ucraini dipendenti de La Formica e a Maria che ha manifestato loro un vero e priori grido d’aiuto per andare incontro a chi è rimasto li a combattere o anche a chi sta scappando in cerca di un rifugio o una sistemazione.  

Una risposta che non si è fatta attendere e che ha fatto scattare immediatamente – il giorno successivo – una raccolta fondi partita dai lavoratori, che hanno aderito con grande solidarietà.  Sono stati oltre 30 quelli che hanno già risposto, raccogliendo subito più di 1200 euro, una somma che il Consiglio d’Amministrazione della cooperativa – riunitosi lo scorso 23  marzo – ha deciso poi di raddoppiare, definendo una cifra finale di 2.500 euro da destinare fra Caritas e Associazione PGXIII , nelle diverse iniziative che le 2 realtà hanno messo in campo per aiutare i profughi. 

Nei giorni successivi all’incontro Maria è riuscita a partire, aiutata anche dai colleghi,  per raggiungere il confine tra Ucraina e Polonia dove i suoi figli, che sono rimasti li, gli anno affidato i nipotini da portare a Rimini e proteggere così dal rischio di una guerra che ancora – dopo oltre un mese –  continua a portare morte e sofferenza al popolo ucraino. 

e.v.