Si chiama “DimiCome – Diversity Management e Integrazione. Le competenze dei Migranti nel mercato del lavoro”, il progetto co-finanziato dall’Unione Europea, realizzato dalla “Fondazione Mondinsieme”, che propone un servizio di consulenza gratuita alle imprese interessate ad investire sul tema ‘diversity’, con particolare riferimento alla valorizzazione delle competenze dei migranti, massimizzandone l’impatto positivo sulla competitività aziendale.
L’idea – originale ed attualissima –  è nata nell’ambito delle iniziative per l’attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 e per lo sviluppo sostenibile con specifiche azioni che sono implementate in 5 regioni italiane: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto; e coinvolgono anche 5 enti aderenti stranieri che sono Danimarca, Francia, Germania, Spagna e Ungheria.

La Formica ha scelto di aderire a questo progetto ed una fra 7 imprese dell’Emilia Romagna selezionate per generare i dati necessari alla ricerca. Un’iniziativa che è perfettamente in linea con la politica di integrazione aziendale, che da anni la cooperativa si è data, con risultati evidenti nella variegata composizione della base lavorativa e anche nell’assegnazione dei diversi ruoli di responsabilità ricoperti da persone proventi da tanti differenti paesi anche extracomunitari.

E’ stato questo probabilmente uno dei motivi per cui la direzione de La Formica ha subito deciso di aderire a questa proposta, avanzata  lo scorso marzo, dal servizio regionale di “Qualificazione delle Imprese”. Un’adesione che ha portato già ad un primo importante risultato con la presentazione, nella scorsa assemblea dei soci, dell’interessante report “Restituzione Diversity Rating”,  in cui sono stati raccolti e presentati i numeri della ‘diversità’ presente in azienda. Differenze di genere, di età, di anzianità aziendale ma anche aspetti legati alle differenza geo-culturali, competenze linguistiche delle prime e seconde generazioni, fino alle migrazioni interne e ai titoli di studio nei diversi livelli professionali. Un interessante spaccato da cui sono emerse informazioni preziosissime, ciascuna con un suo ‘indice di diversità’ che raccontano come realmente è composta l’impresa e da cui si potrà partire per fare tanti tipi di valutazioni e azioni possibili.  Tanti i dati interessanti che sono emersi, come ad esempio quello della diversità di genere in cui, in un ambiente lavorativo  p

revalentemente maschile, sia invece paritaria – 2 uomini e 2 donne  – la composizione dei quadri direzionali; oppure il dato dell’anzianità con un indice pari a 0,26 che vede 70 dipendenti su un totale di 126 con un’età inferiore ai 49 anni. Tra i dati più significativi rimane sempre l’indice di diversità – pari a 0,44 – legato a differenze geo-culturali, fatto che contiene in sé importanti competenze linguistiche. In questo caso la rosa di composizione delle provenienze è estesa a 9 differenti paesi con una prevalenza per quelli dell’Europa occidentale, Albania e Kosovo, ma con una eterogeneità che si disloca dall’America latina, all’Africa, fino all’area caucasica e al Medio Oriente. Anche le differenze di titoli di studio,  nei diversi livelli professionali, ha fatto emergere una situazione molto  interessante per la quale risulta che non tutte le competenze di alta formazione  scolastica si concentrano negli uffici: su 13 lauree in totale infatti presenti in azienda, 5 sono detenute da persone che hanno una semplice qualifica di operaio.

Insomma un quadro molto interessante utile alla direzione e che potrà adesso, essere messo anche a sostegno di questo progetto, dare un contributo nel capire l’occupabilità dei migranti nel breve periodo, il rinnovamento del modello italiano d’integrazione, rendendolo più coerente con istanze di sostenibilità nel lungo periodo. Gli obiettivi generali infatti declinati nel progetto sono :
“la trasformazione in senso inclusivo delle organizzazioni del mercato del lavoro, verso una maggior propensione a reclutare lavoratori migranti sulla base delle loro abilità specifiche e a incentivare strategicamente l’espressione della diversità delle risorse umane” ; ma anche “il rafforzamento, tra gli attori impegnati nella governance del mercato del lavoro, della capacità di riconoscere e valorizzare il potenziale dei migranti, in termini di competenze e in particolare di soft skill collegate all’esperienza migratoria”.

“E’ doveroso osservare chi siano e analizzare la nostra composizione  – ribadisce Mirca Renzetti vicepresidente de La Formica – perché la vera risorsa di questa cooperativa sono le persone, soci e lavoratori che la fanno crescere ogni anno.  Siamo un’assemblea di soci giovani e quindi una riflessione obbligatoria è quella di portare avanti i valori della nostra cooperativa per chi verrà dopo.  Dobbiamo vivere la nostra diversità come una ricchezza e ci è stato anche riconosciuto che abbiamo un aspetto miracoloso, nel senso che l’organizzazione, composta da italiani, stranieri, giovani, meno giovani, riesce ad andare avanti bene con risultati eccellenti, come emerge anche dai risultati dei bilanci.  Questa indagine è stato fatta perché siamo stati selezionati e noi abbiamo semplicemente manifestato l’interesse ad aderire, perché è un approfondimento perfettamente in linea con l’interesse e l’idea di integrazione sociale che La Formica persegue da 25 anni. Uno studio che adesso ci apre anche alla possibilità di attivarci ulteriormente per fare delle riflessioni maggiori e per andare incontro ad un futuro in cui, ancora di più,  le differenze personali, culturali e fisiche non rappresentano mai un ostacolo per chi si prefigge davvero l’obiettivo sociale dell’integrazione.”

e.v.