Il presidente Borghini, di ritorno dall’assemblea romana di Confcooperative, rilancia i temi della relazione di Gardini e pone anche l’attenzione per una maggiore rappresentanza a livello regionale, più ricambio generazionale e presenze femminili alla guida delle unioni cooperative “Saranno quattro anni di intenso lavoro collegiale, abbiamo molte sfide davanti. Difficili ma non impossibili se le affronteremo insieme.” Sono state queste le prime parole pronunciate dal presidente Maurizio Gardini, confermato per i prossimi 4 anni alla guida di Confcooperative. Un’elezione avvenuta per acclamazione durante la 40esima assemblea nazionale nell’Auditorium Massimo a Roma. Parole che sono state ascoltate anche dal presidente Pierto Borghini, che ha partecipato al voto insieme ad altri 800 delegati, alcuni presenti a Roma, altri collegati da 20 sedi territoriali. Una nomina che ha consentito a Gardini di avanzare alcune proposte per rimettere in piedi il paese. Proposte fatte direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte – intervenuto durante i lavori della parte pubblica – e al il Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli e delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, presenti all’assemblea. L’occasione per donare al Presidente del Consiglio una pianta di melograno, il cui simbolo è l’unità e la compattezza dei cooperatori.
“Innovazione, sostenibilità ambientale ed export sono il ‘vaccino’ del sistema imprenditoriale italiano post Covid19”. Così Maurizio Gardini, commenta i dati del Focus Censis Confcooperative “Dopo le macerie la ricostruzione, ecco l’Italia che ce la fa”, diffuso nel corso dell’assemblea nazionale di Confcooperative. “Le start up innovative guidano la riscossa del Mezzogiorno. Le imprese green assumeranno entro il 2024 1,6 milioni di persone, 6 ogni 10 nuovi posti di lavoro. Le imprese che esportano hanno retto meglio l’onda d’urto della pandemia.”
“E’ stata un’assemblea molto proficua – ha ribadito Pietro Borghini – La politica si è dimostrata disponibile ad ascoltare le esigenze del mondo cooperativo fino anche a voler condividere le finalità dei soldi che arriveranno dall’Europa. Risorse fondamentali per il rilancio. E’ stato promesso anche di sbloccare tutto il tema del terzo settore e tutte le riforme che mancano sull’impresa sociale, un percorso partito tempo fa, su cui è necessario lavorare in quanto rimasto incompiuto. Sono due gli aspetti su cui, a mio avviso è necessario fare anche una riflessione aggiuntiva, e sono il tema della rappresentanza delle cooperative al livello regionale e quello dei giovani e delle donne che ancora sono pochi nei posti direzionali delle cooperative. Credo sia necessario, anche mettendoci delle risorse economiche, provare a costruire per i prossimi 4 anni, delle rappresentanze regionali, che oltre a quelle territoriali, contribuiscano a rappresentare le cooperative nei tavoli dove si siedono gli interlocutori che rappresentano le filiere in cui le cooperative sono coinvolte, coma ad esempio l’ambiente. Il secondo tema è quello dei giovani e delle donne. Ancora troppo pochi, a mio avviso, sono i posti direzionali occupati da giovani e da donne. I numeri ne sono una dimostrazione. Delle 63 unioni esistenti l’età media dei presidenti è di 56 anni. Una media che è in aumento se pensiamo che a confronto con 4 anni fa il ricambio è stato minimo. Sui 63 presidenti infatti ne sono stati cambiati solo 14, mentre 49 si sono confermati, aggiungendo 4 anni in più al loro mandato precedente. A questo si aggiunge la poca presenza femminile in quanto solo 12 sono le donne che guidano un’unione, sul totale di 63 presidenze. Sono due aspetti importanti dove il ricambio avviene ancora in maniera troppo lenta e su cui è importante che Confcooperative evolva.”
“Nonostante le difficoltà è stata un’assemblea ben riuscita – ha precisato Luca Bracci Vicepresidente Confcooperative Emilia Romagna – I messaggi sono arrivati e ne sono arrivati tanti, speriamo che adesso i politici diano le gambe alle parole dette. Le cooperative hanno assolutamente bisogno di investimenti pubblici in tutti i settori. Oltre che tanto entusiasmo che ho visto come è normale che sia in un momento assembleare, abbiamo bisogno anche di tanta fantasia, soprattutto in quest’epoca storica, perché solo con la fantasia possiamo andare oltre i limiti di ciò che conosciamo. Dovremo esser tutti molto uniti dal nazionale al regionale ai territori, solo così potremo crescere assieme e superare ancor meglio questo moneto. L’accorpamento delle Confcooperative provinciali, in Confcooperative territoriali, deve essere un primo segnale importante che deve arrivare dai territori, per dare più servizi e per essere più vicine alle proprie associate.”
Emiliano Violante