Intervista al Direttore della Caritas Mario Galasso
Quanto è importante per un territorio come Rimini avere un progetto come questo, che è dedicato ad una sfera del lavoro a cui pochi altri pensano.
Più che pochi altri pensano, è una sfera molto complicata ma una sfera assolutamente centrale per le persone che si rivolgono a noi perché il lavoro, insieme alla casa, che può diventare conseguenze del lavoro, sono la richiesta prioritaria. Il lavoro è dignità, il lavoro è un po’ tutto per le persone. Pensare ad una manovra che potesse aiutare per trovare il lavoro, è stato naturale per la Caritas. Non è stato facile trovare lo strumento, c’è voluto tempo, ma devo dire che l’intuizione avuta è stata molto importante. I numeri parlano da soli. Se pensiamo che in poco tempo siamo riusciti ad inserire al lavoro oltre 130 persone, diamo un dato unico. Sfido qualsiasi altra agenzia, qualsiasi altro progetto sul nostro territorio ad avere avuto questi dati. Penso che sia una cosa incredibile.
In questi anni in cui il fondo per il lavoro si è avviato è stato creato anche un rapporto particolare con gli imprenditori che hanno aderito al progetto. Se volessimo rilanciare l’iniziativa, che cosa possiamo dire per allargare, ancora di più, il numero di quelli che possano aderire ?
Il fondo per il lavoro è un progetto complicato perché da una parte, come è stato raccontato, c’è un fondo che aiuta ad abbattere i costi per il lavoro, ma dall’altra parte c’è la relazione con le imprese, con gli imprenditori. C’è un gran lavoro che noi facciamo dietro le quinte, di selezione delle persone. Quindi l’imprenditore ha la tranquillità che le persone che gli vengono inviate dalla Caritas sono persone che in qualche modo potrebbero già andare bene come profilo e come personalità e sono persone che sceglie lui. In più ha la garanzia che noi durante il periodo lo chiameremo più volte, lo andremo ad incontrare, per sapere come sta andando, sia dal punto vista dell’incontro che della relazione che dell’impegno.
Gli imprenditori hanno due interessi. Il primo è quello che quando hanno bisogno di assumere, possono rivolgersi a noi perché siamo in grado di mandargli persone già selezionate, sapendo che la persona inserita è una persona che non abbandoneremo una volta assunta, ma che continueremo a seguire. Il secondo e il forte sconto sul costo del lavoro che possono avere e quindi l’interesse normale a risparmiare come datore di lavoro. E’ interesse dell’impresa anche quella di continuare a dare contributi e offerte per mantenerlo vivo, visto che il fondo non si autoalimenta e alla fine sono loro stessi giovare di quegli sconti.
Quindi il fondo si può anche esaurire e, per il futuro, potrebbero venire meno le risorse per sostenere altre assunzioni. Come si può rilanciare questa partecipazione solidale?
Anche da Bologna ci hanno chiesto informazioni e indicazioni per partire, il professore Zamagni che ci segue, ora sta seguendo anche la Caritas di Bologna, ma loro ad esempio hanno la fortuna di avere un fondo più corposo. Da noi non è così e chiaramente ogni volta che inseriamo una persona, andiamo ad erodere le sostanze, che in qualche maniera vanno rimpinguate. Ecco perché è importante mantenere viva quest’attenzione. E’ necessario diffondere il messaggio di solidarietà che c’è dietro questa straordinaria iniziativa. A Natale ad esempio, con la Diocesi e la Caritas abbiamo scelto di fare la campagna “regala un posto di lavoro” perché pensiamo che questo possa essere un’azione che ognuno di noi può fare. Un bel bigliettino di auguri, in cui raccontare che invece di un dono materiale si può aiutare la Caritas in questo progetto, regalando la possibilità a qualcuno che ha veramente bisogno , la possibilità di rimettersi in gioco e ripartire con la giusta dignità.
Emiliano Violante