La cooperativa ringrazia e saluta due eccellenti lavoratori
Con la chiusura del 2017 sono giunti alla pensione due lavoratori storici che in questi ultimi anni sono stati fondamentali per la crescita della Formica. Arrivati alla fine del loro percorso lavorativo la cooperativa vuole dire grazie a Nicola e Salemme.
Nicola sei giunto alla tanto ambita pensione dopo un intenso percorso lavorativo, cosa pensi di quest’esperienza che hai fatto in Formica?
Io ho una grande riconoscenza nei confronti della cooperativa, perché quando circa dieci anni fa mi sono trovato in cattive acque ed avevo anche un’età ragguardevole (quasi 58 anni), non pensavo di trovare facilmente chi poteva darmi una mano. La Formica si è fatta avanti, ho imparato a conoscerla e mi sono fatto partecipe del suo scopo sociale, fin dall’inizio. Mi sono sentito accolto, non tanto da una cooperativa che mi dava lavoro, ma piuttosto da una famiglia.
Ricordi quando sei stato assunto in cooperativa?
È stato i primi di maggio del 2008, poco prima che iniziassero le difficoltà economiche in questo paese. Sono stato molto fortunato, perché ero fra quei lavoratori che a causa della crisi economica era rimasto senza lavoro. Facevo il rappresentante di prodotti alimentari, e dovetti lasciare il lavoro. In quel periodo mi ha mantenuto mia moglie e di conseguenza mi sono abbattuto moralmente. A quasi 58 anni, farsi mantenere dalla propria moglie non è una cosa che ti fa sentire proprio bene. Dopo 8 mesi e mezzo trovai lavoro in Formica. Fui davvero fortunato.
Lavoro in Formica da nove anni e mezzo. Anni in cui ho dato l’anima per la cooperativa, devo dire però che se ho dato molto, ho ricevuto altrettanto.
Nella tua esperienza di imprenditore avevi mai conosciuto aziende in cui gli utili vengono reinvestiti in nuovi progetti per aiutare persone svantaggiate ? Che cosa hai pensato quando ti ci sei trovato a lavorare?
Io non conoscevo le realtà delle cooperative sociali, neanche ne avevo mai sentito parlare. È stata una persona che ho conosciuto nel precedente lavoro che mi ha indirizzato in cooperativa. Sono rimasto molto colpito da quello che le cooperative fanno, perché è completamente l’opposto di quello che c’è nel mondo del mercato che conoscevo. Ancora oggi la gran parte delle aziende e anche cooperative non hanno obiettivi sociali, o se li hanno , fanno finta di perseguirli, sia per i loro lavoratori che per il territorio dove sono inserite e lavorano. Per me La Formica ha sempre lavorato mettendo le persone al primo posto, facendo gli interessi dei lavoratori, acquistando sempre mezzi nuovi più sicuri e cercando di espandere il lavoro per non fare rimanere a casa nessuno.
Cosa hai pensato quando hai visto che i colleghi ti hanno preparato una festa a sorpresa per salutarti?
Non me lo aspettavo ma sono contento che ho lasciato una traccia positiva in ciascuno di loro, anche loro ne hanno lasciata una dentro di me. Con chiunque abbia lavorato mi sono sempre trovato bene e mi sono affiatato, trovando non solo un collega ma anche un amico con cui parlare. Certo ci possono essere stati magari dei contrasti, come capita in ogni ambiente di lavoro, ma l’atteggiamento era sempre quello di mettere il cuore oltre l’ostacolo, per andare avanti. Prima dell’ultimo giorno di lavoro ho avuto un contatto con Pietro, Mirca ed Ermes. Sono uscito da quell’incontro con il cuore colmo di orgoglio e di gioia perché Pietro mi ha detto che non sono stato solo un operatore di questa cooperativa ma anche un amico. Ci siamo abbracciati. Una cosa del genere detta dal presidente della cooperativa è una cosa che fa sentire bene.
Vincenzo da quanto tempo lavori in Formica e che tipo di esperienza hai fatto nella cooperativa ?
Lavoro in cooperativa dal giugno del 2002. Un’amica, che già lavorava per la cooperativa e faceva la raccolta della carta presso la mia attività commerciale, mi parlò della Formica. Confidandogli i problemi legati alla mia invalidità, mi suggerì di fare domanda di lavoro. Ho cominciato nel settore indumenti e poi in quello ambientale delle raccolte differenziate, poi ho praticamente fatto tutti i lavori che ha la cooperativa. Ho cominciato a lavorate in Formica quando era una piccola cooperative e quindi il mio inserimento è stato facile anche in riferimento alla mia malattia, dovevo fermarmi ogni tanto per controllare la glicemia ed eventualmente assumere gli zuccheri. Quando avevo la mia attività non potevo fermarmi quasi mai in quanto spesso ero da solo e non potevo quindi curarmi. Ho imparato in questi anni, anche attraverso il lavoro in cooperativa a gestire meglio il mio problema.
Che difficoltà hai incontrato durante la tua esperienza?
Sin dall’inizio ho incontrato in cooperativa persone con svantaggio anche molto peggiore del mio e questo mi ha aiutato molto a vivere meglio il mio disagio. Poi, man mano che la cooperativa cresceva , l’impegno diventava sempre più serio ma l’attenzione all’aspetto sociale è sempre rimasta alta e di questo sono molto contento. Le difficoltà che ci sono state comunque sono sempre legate alla mancanza di comunicazione o di ascolto. Ho imparato a parlare di più per segnalare i problemi e devo dire che negli anni anche i colleghi ed i responsabili hanno imparato ad ascoltare di più. In questi anni ho visto la cooperativa crescere molto rapidamente, da un impresa gestita in modo “familiare” è diventata un azienda più manageriale. Pur mantenendo una forte attenzione alle persone, credo che bisogna porre attenzione anche agli aspetti organizzativi che devono essere gestiti in maniera più rigida, sia da parte dei lavoratori che da parte dei dirigenti . E’ stato fondamentale per me mettermi a disposizione per prendere delle responsabilità. Credo sia l’unico modo per entrare davvero nella vita della cooperativa e vivere fino in fondo il ruolo di socio.
Sei stato responsabile della sicurezza per i lavoratori e membro del CdA per diversi anni, cosa ti è rimasto da questa esperienza ?
Il lavoro fatto per la sicurezza mi ha consentito di capire tante cose che prima davo per scontato o sembravano inutili. La prevenzione degli infortuni è una cosa davvero seria ed è stato importante trasmetterlo ai colleghi. Le relazioni sono state fondamentali perché facevo da tramite fra il CdA ed i colleghi riportando e spiegando ogni decisione che veniva presa. Credo sia una funzione irrinunciabile in una cooperativa che cresce. La cosa davvero importante penso sia quella di essere diventato un referente fra il CdA ed i soci lavoratori che mi chiedevano spesso cosa e com venisse deciso, e a volte mi ponevano delle domande da riportare sul tavolo del CdA . Questo ruolo mi è piaciuto e credo di averlo fatto bene. E’ stata molto importante la possibilità che in questi anni i soci mi hanno dato: dire la mia, come lavoratore nel CdA, in ordine alle questioni che volta per volta venivano discusse: acquisti mezzi , organizzazione del lavoro, progetti nuovi ecc. Devo dire grazie a tutti , dal presidente all’ultimo operaio, per l’esperienza che ho fatto in tutti questi anni e per essere arrivato alla pensione in una cooperativa di persone che lavorano e si aiutano vicendevolmente.
Emiliano Violante