Una storia di responsabilità sociale e di legame forte col territorio

centro storico racc diffDare una seconda possibilità a chi è più sfortunato, fare qualcosa di veramente utile per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate sul territorio riminese, costruire un’azienda con una grande responsabilità sociale dove il lucro non è incluso fra gli obiettivi dei soci. Era questa l’edea dei 9 soci fondatori de La Formica, che nel 1996 cominciarono la loro esperienza di cooperazione, un esperienza significativa che adesso può vantare una grande affermazione sul territorio riminese. Un percorso importante durato vent’anni che ha visto La Formica realizzare tanti programmi di inserimento lavorativo mediante diverse attività lavorative di gestione dei servizi divenute, cammin facendo, sempre più professionali e qualitativamente competitive.

Tra i nove fondatori sei erano obiettori di coscienza appartenenti alla Caritas Diocesana, forti della palestra di solidarietà fatta presso l’ente Diocesano riminese, cominciarono ad organizzarsi, discutere, confrontarsi fra di loro, dividendosi compiti e mansioni, insomma facevano la loro prima esperienza di cooperazione e fondando, il primo marzo 1996, La Formica Cooperativa Sociale.

Non si trattava solo di trovare un occupazione lavorativa per se stessi, ma di impegnarsi per fare qualcosa di utile per la propria città, creare una squadra unita intorno ad obiettivi sociali condivisi, compagni di viaggio in un unico percorso di solidarietà per dare al territorio riminese un contributo decisivo dal punto di vista degli inserimenti lavorativi.

La Caritas ha giocato un ruolo fondamentale sopratutto in questa fase, non solo perché in questo contesto si sono tessute le relazioni che hanno dato origine a questa bella idea di solidarietà, ma anche perché proprio Don Luigi, allora direttore della Caritas, aveva creduto in questo progetto partecipando anche con un contributo iniziale. Furono diverse le persone vicine alla Caritas che diedero forza e spessore alle idee di quei ragazzi, decisero di sostenerli perché seppero riconoscere le valenze di quel progetto di imprenditoria sociale, come Luigia Migliorati, allora presidente dell’associazione Madonna della Carità, oppure Agostino Pasquini che in quel periodo era il responsabile degli obiettori di coscienza e che diede un contributo decisivo mettendo a disposizione anche la propria casa per le riunioni serali. Fu proprio in uno di quegli incontri dove si decise la forma di cooperazione di tipo “B” (inserimento lavorativo per svantaggiati) ed il nome “La Formica”.

Tante, in questi anni, sono state le persone inserite nel mondo del lavoro. Per ognuno di loro una storia, un racconto a lieto fine di vita e lavoro, esperienze iniziali di sofferenza, emarginazione, disagio che ad un certo punto hanno trovato nella cooperativa la leva del riscatto: la seconda possibilità. Racconti  fatti attraverso l’inFormica, il giornalino della cooperativa che viene pubblicato ogni mese dal dicembre 2007, dove i soci e lavoratori volontariamente si raccontano attraverso un’intervista, uno strumento importante per la coesione dove si parla alla cooperativa e della cooperativa.

In questi anni la cooperativa ha sempre creduto nel lavoro provando a diversificare le attività per consolidarsi, investendo sempre gli utili per creare nuovi posti di lavoro a volte anche con progetti che non sempre sono andati bene, a riprova del genuino spirito imprenditoriale. Ma tanti altri lavori sono arrivati ed insieme alla gestione dei servizi di igiene ambientale sulla provincia di Rimini, che è da sempre l’attività prevalente della cooperativa, attualmente ci sono 9 settori d’inserimento lavorativo, dove trovano occupazione più di 100 lavoratori.

Insomma, tante sono le differenze con i primi anni della cooperativa sul piano dell’organizzazione e della gestione dei lavori, notevole è stata la crescita che in questi anni ha consolidato la cooperativa nelle risorse umane e strutturali, ma non è mai cambiato l’atteggiamento con cui la direzione, i soci, i lavoratori si mettono in gioco tutti i giorni favorendo lo sviluppo di un modello d’impresa sempre più innovativa, moderna e competitiva, e dove si rafforza la vera responsabilità sociale d’impresa: mutualità cooperativa e lavoro per gli svantaggiati.