La parola a Maci Shpetimmaci

Da quanto tempo sei in Italia e come hai conosciuto la Formica?

Sono venuto in Italia da Valona in  Albania nell’estate del 2007 e mio fratello mi ha subito aiutato a trovare questo lavoro. Ci siamo presentati presso gli uffici della Formica e in poco tempo , dopo aver fatto tutti i colloqui e le prove di assunzione, compresa quella di guida,  sono stato assunto con un contratto a tempo determinato. Dopo neanche un anno, a  settembre del 2008, ho avuto il contratto a tempo indeterminato.  Appena arrivato in Italia ho fatto una piccola esperienza in una industria di mobili a Rimini che è durata solo qualche giorno, perché non mi piaceva e non mi sentivo a mio agio: mi sono licenziato quasi subito. Nella Formica le cose sono andate diversamente: questo è un lavoro che faccio davvero con piacere, non mi annoio mai e soprattutto l’ambiente di lavoro è molto bello.

Di cosa ti occupavi in Albania ? Lavoravo nella Polizia di Stato da circa 20 anni ed in particolare ero l’autista degli ufficiali. Tramite il mio lavoro ero stato anche in Italia perché mi avevano mandato a Gaeta per un corso di aggiornamento sull’uso dei radar. Il lavoro in polizia mi piaceva molto e lo facevo con passione, purtroppo però le cose in Albania funzionano diversamente che in Italia: quando cambia il Governo anche gli appartenenti alle forze di polizia vengono lasciati a casa e sostituiti.  Mi sono trovato senza lavoro e sapendo che mio fratello era già venuto in Italia dove lavorava dal 1991, mi sono deciso a raggiungerlo.

Di cosa ti occupi ora ed in che settore lavori? In questi due anni che ho prestato alla cooperativa  mi sono occupato ormai di tutto . Ho lavorato in quasi tutti i settori,  e di questo sono molto contento perché oltre ad essermi reso utile ho avuto la possibilità di imparare molto. In questo momento mi occupo prevalentemente della raccolta differenziata degli indumenti, ma conosco tutti i giri di raccolta ed il direttore spesso mi manda a sostituire persone che sono assenti per malattia o ferie. Questo lavoro mi piace moltissimo: ho avuto la possibilità di affezionarmi ai colleghi e responsabili, come se fossimo una famiglia tanto da poter dire che sento la cooperativa davvero come se fosse anche  mia .  Tutti i responsabili mi hanno aiutato davvero tanto all’inizio e adesso, dopo tutti questi anni, sono molto soddisfatto quando, anche i colleghi riminesi, mi chiamano per chiedermi dove si trova una certa via, oppure come si deve fare una particolare servizio. Incontro negozianti che mi ringraziano per come lavoro e questo per me è davvero tanto.

Conosci la mission della cooperativa?   E perché sei  voluto diventarne socio?

Ho imparato a conoscere le finalità sociali di questa cooperativa e devo dire che le condivido fino in fondo. Spesso ho avuto l’occasione di lavorare ed aiutare persone più in difficoltà di altre che mi erano state affiancate; l’inserimento  lavorativo di persone svantaggiate è davvero un  obiettivo importante che  mi dà quelle motivazioni per lavorare che vanno anche oltre lo stipendio. Sono diventato socio per condividere fino infondo questa realtà  a cui ora sento davvero di appartenere.

E’ stata dura all’inizio? che difficoltà hai incontrato durante la tua esperienza in cooperativa? Sin dal primo giorno ho dato la massima disponibilità  al lavoro ma i sacrifici più grossi sono stati fuori dal lavoro,  per imparare l’italiano. Ho dovuto prendere la patente italiana perché l’Albania non è in Europa e quindi la mia patente albanese valeva solo un anno dalla residenza. Sono stato costretto a prendere una decisione molto importante: o prendevo la patente italiana o tornavo indietro, perché la cooperativa intanto mi aveva assunto  a tempo indeterminato. Non volevo perdere il lavoro nel quale mi ero inserito già molto bene. Così ho iniziato a studiare  sia l’italiano che  le materie della scuola guida ed è stata davvero tanto dura. Lavoravo tutto il giorno e poi la sera andavo  a scuola guida. La mattina mi alzavo presto per studiare e poi andavo a lavorare. Mi muovevo in bici. Non ce l’avrei fatta senza l’aiuto della mia famiglia: quando trovavo parole che non conoscevo, le segnavo su un pezzo di carta e il giorno successivo mia figlia mi faceva trovare  tutte le traduzioni di cui avevo bisogno.

Sai che la cooperativa ha raggiunto la certificazione di qualità integrata?  Cosa vuol dire per te  qualità e sicurezza sul lavoro?

Fare un lavoro fatto bene è il primo requisito per chi vuole vedere i propri servizi e mantenere il lavoro che ha. Tutti gli aspetti legati alla certificazione non sono altro che un modo per garantire agli altri che lavori bene, oltre al fatto che adesso sono anche un obbligo per fare le gare. In cooperativa ormai lo abbiamo imparato bene perché se ne parla da oltre 10 anni. Da questo dipende anche il nostro lavoro. La sicurezza  poi riguarda la nostra salute, quindi tutto ciò che viene fatto per tutelarla e preservarla, per me, è una priorità.

Sei passato dalla Polizia di Stato alla raccolta differenziata. Questo ti ha creato problemi ?

All’inizio ci ho pensato un po, ma poi neanche tanto. Il lavoro di operatore ecologico è un mestiere che ha una dignità pari a quella di qualsiasi lavoro, di questi tempi poi non è assolutamente il caso di mettersi a fare queste distinzioni. Infondo non è cambiato nulla rispetto al mio modo di essere e di agire, perché quando ero in Polizia mi adoperavo per aiutare i cittadini e rendere un servizio efficiente nella città in cui vivevo (Valona). Adesso  è la stessa cosa. Tutto ciò che faccio,  è vero è diverso nelle mansioni, ma è sempre al servizio della città in cui vivo, che ora è Rimini. In cooperativa poi c’è un altro aspetto che è quello di essere al servizio dei colleghi, dei nuovi arrivati, delle persone che mi vengono affiancate ad esempio per i lavori di pubblica utilità, che in questi anni sono state diverse. Questo rende il mio lavoro ancora più importante. Sono fiero di quello che faccio e di quello che fa la cooperativa per le persone che hanno bisogno. Forse neanche in polizia avrei fatto questo tipo di esperienza.  Mi sento di ringraziare tutti quelli che mi hanno dato una mano in questi anni dal presidente all’ultimo collega assunto, sono veramente grato alla cooperativa per quello che fa.