Superato il primo Audit di sorveglianza semestrale per l’ OHSAS 1800. L’intervista al Lead Auditor del TUV
Si è concluso con un esito favorevole il primo Audit di sorveglianza semestrale, terminato lo scorso 20 maggio dopo i 3 giorni di ispezione previsti dal TUV, 18,19 e 20 maggio. Grande soddisfazione è stata espressa da tutti uffici della direzione che hanno ringraziato prima di tutto i lavoratori per la partecipazione e la condivisione di una cultura che oramai sta contagiando anche gli ultimi assunti. Due sono le osservazioni che si riferiscono a ‘mancanze’ riscontrate nelle procedure e nove i commenti che sono dei veri e propri ‘suggerimenti’ che consento all’azienda di fare quello scatto di miglioramento ed elevare il proprio sistema di gestione. Sono stati riscontrati anche due punti di forza che danno il merito alla cooperativa di avere una ‘buona attenzione alle persone’ e di aver condotto dei ‘dettagliati Audit interni’. Quello nei confronti della sicurezza del lavoro è un atteggiamento positivo, che si sta diffondendo in cooperativa velocemente anche grazie a tutta l’attività formativa fatta in questi anni, abbiamo voluto approfondire l’argomento con la Dott.ssa Alessia Viscione, Lead Auditor del TUV che ha condotto quest’ultimo audit di sorvegliaza.
A sei mesi dalla certificazione del sistema di gestione OHSAS 18001 della cooperativa e alla luce della prima sorveglianza, avvenuta nei giorni 18-19 e 20 maggio scorsi, come giudica la consapevolezza della direzione sulla sicurezza? Nel panorama generale delle organizzazioni operanti nel vostro settore, la vostra struttura ha mostrato sin dall’inizio del percorso di certificazione una attenzione particolare ed una forte spinta verso gli aspetti di prevenzione e protezione dai rischi per i lavoratori, tanto da raggiungere in un arco di tempo piuttosto breve rispetto alla media delle altre esperienze che ho avuto modo di osservare nella mia attività, un livello di maturità del sistema di gestione molto avanzato. Questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato l’impegno, la determinazione e l’investimento da parte della vostra direzione, che ha sempre mostrato di crederci fortemente e di considerare la scelta dei sistemi come scelta strategica veramente voluta, dando quindi la forza e l’autorità sufficiente a chi poi le regole deve farle applicare per pretenderne rigorosamente il rispetto. E non è cosa scontata.
Dal riscontro delle 18 intervista fatte ai lavoratori, durante l’ultimo audit di sorveglianza in cooperativa, che tipo di consapevolezza ha riscontrato e dove ritiene si debba incrementare l’aspetto formativo ? La formazione e la comunicazione sono sicuramente aspetti fondamentali in qualsiasi organizzazione. Negli ultimi anni la legge ha imposto obblighi formativi molto stringenti ed onerosi, ai quali spesso le aziende non hanno saputo rispondere prontamente. Sicuramente nel “La Formica” è stata posta un’attenzione molto forte agli aspetti di formazione e informazione. Oltre alla soddisfazione degli obblighi cogenti infatti ho avuto modo di apprezzare anche la cura con cui si è cercato di rafforzare nozioni e concetti con un grande impegno alla comunicazione. In una struttura come la vostra, in cui la maggior parte degli operatori operano in strada da soli per la maggior parte del tempo, è importantissimo che ci sia una reale consapevolezza dei rischi presenti, cosa che deve portare al convincimento che una regola è giusta e va seguita non solo perché ci viene richiesto, ma anche perché è la nostra migliore opzione. Quando in letteratura si parla di formazione come “saper essere” si intende proprio questo, fornire alle persone gli strumenti critici idonei affinché facciano le scelte corrette. Nelle interviste al personale ho avuto modo di constatare che questo percorso è stato ben avviato. Ovviamente la risposta è diversa da persona per persona, ed il mio lavoro viene effettuato nell’ambito di un campionamento, ma devo dire che la maggior parte degli operatori hanno dato una buona risposta, soprattutto considerando che a volte si vedono in giro organizzazioni simili che svolgono la vostra attività ma che non hanno la stessa attenzione agli aspetti della salute e sicurezza (DPI, regole operative etc, tutte cose che hanno un costo in termini economici e di tempo, e a volte anche di competitività sul mercato ad un primo sguardo), per cui all’occhio di un soggetto non consapevole o motivato può sembrare anormale o non realmente necessario. Ma non è così, ed i numeri parlano. Occorre quindi insistere in questo per migliorare sempre di più quest’aspetto.
Quali sono gli aspetti più importanti da tenere sotto controllo nel sistema di gestione di una azienda come La Formica ? Sicuramente è di fondamentale importanza che gli operatori siano formati e consapevoli e sappiano “autotutelarsi” anche quando non sono sotto la vigilanza costante dei responsabili. L’attenzione alle persone quindi è tanto più importante in una cooperativa sociale come la vostra in cui l’uomo è al centro dei valori (anche questa non è cosa scontata). I rischi sono tanti, si lavora spesso in mezzo al traffico stradale, si movimentano carichi, si utilizzano mezzi impegnativi. Tutto questo può rappresentare un rischio per gli operatori stessi ma anche per le persone esterne. Quindi ribadisco l’importanza della formazione, informazione, comunicazione, l’addestramento, le regole operative che disciplinano le attività, il monitoraggio sanitario e l’attenzione alla buona efficienza di mezzi e attrezzature. In quest’ottica notevole è stato anche il recente investimento effettuato dalla cooperativa per il rinnovo del parco mezzi.
Quante realtà sociali conosce come La Formica certificate sulla sicurezza? Sono molte ormai le organizzazioni che operano nel vostro settore che scelgono i sistemi di gestione in Italia, così come sono molte le cooperative sociali che operano in settori anche diversi dai vostri che si affacciano alle certificazioni. Non sono molte però le cooperative sociali che perseguono una certificazione integrata qualità, ambiente e salute e sicurezza, ed in questo credo che La formica rappresenti una realtà all’avanguardia, soprattutto per il livello capillare su cui sta cercando di calare il suo sistema integrato.
Che senso ha, nell’attuale mondo del lavoro, che un’impresa abbia una certificazione di questo tipo, anche se non è obbligata ne dalla legge e ne dal mercato in cui opera? Potrei dare molte risposte in riferimento a questa domanda. Commercialmente, sebbene le certificazioni siano volontarie e solo in rari casi costituiscano un obbligo, sicuramente un’organizzazione certificata agli occhi di un cliente è maggiormente affidabile, proprio perché si è data una serie di regole per garantire uno standard prestazionale, sia che esso riguardi il livello di servizio o prodotto, sia che riguardi il rispetto delle norme ambientali o l’attenzione ad un minore impatto sull’ambiente, sia che sia relativo all’attenzione verso la salute e sicurezza dei lavoratori.
Strategicamente, un sistema di gestione altro non è che uno strumento di controllo e governo della propria azienda. Vuol dire conoscere la propria struttura e le proprie potenzialità, dirigere la struttura nella direzione che si vuole prendere, tendere ad ottenere il massimo che si può ottenere. Governare e gestire quindi il rischio d’impresa. Le regole che vengono stabilite all’interno di un sistema (DO) sono definite a seguito di un’attenta fase di analisi e studio della propria realtà (PLAN), del contesto di riferimento e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Le attività vengono costantemente monitorate (CHECK), in modo che si intercettino immediatamente gli scostamenti da quello che si vuole ottenere, e si possa riesaminare quanto deciso e fatto alla luce dei risultati raggiunti in modo da fare sempre meglio (ACT).
Quindi si cerca di definire il modo migliore per fare le cose in modo di:
– far “felice il proprio cliente” perché gli viene dato sistematicamente quello che chiede (sistemi qualità), assicurandosi anche la continuità del lavoro e quindi la sopravvivenza economica.
– essere certi di gestire tutti gli aspetti di rilevanza ambientale nonché quelli cogenti in maniera corretta, rispettando quindi il mondo che ci circonda in un ottica ecosostenibile, e nello stesso tempo gestire il rischio legato a sanzioni o responsabilità penali per violazioni normative, che potrebbero in molti casi minare la stessa sopravvivenza dell’azienda.
– individuare, gestire, eliminare o mitigare ove ciò non è possibile tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, mettendo la persona al centro dei valori, in un ambiente sano dove il lavoro davvero conferisce dignità all’uomo e non lo distrugge (cosa di cui purtroppo siamo ormai quasi abituati dai giornali a vedere accadere).