Anche la cooperazione sociale riminese dentro la kermesse nazionale che ha visto nascere la “Rete 14 luglio”

Osservare ed agire in un’ottica di ‘prossimità’, questo è il vero cambio di paradigma che sta alla base della Biennale di Prossimità,  l’evento dedicato alle comunità locali, alle persone e ai loro bisogni, che si è svolto, nella sua seconda edizione, a Bologna dal 15 al 18 giugno scorso, dopo il successo della prima edizione del 2015 di Genova.

Era il giugno del 2013 quando un gruppo di promotori formati dal Consorzio Nazionale Idee In Rete,  l’Associazione Isnet,  Fondazione Ebbene, Social Club Torino, Social Club Genova e il Consorzio Emmanuel Lecce, fecero una scommessa condivisa, firmarono un protocollo d’intesa per costruire condivisione partendo dal concetto di prossimità. Un gruppo promotore che adesso si è allargato ed è arrivato a 13 realtà italiane importanti che credono ancora in quest’idea.

Si tratta di un atteggiamento che nasce  e si sviluppa dall’esperienza di vicinanza di una rete nazionale che si impegna nell’andare incontro ai bisogni, con un nuovo tipo di relazione,  dove  il soggetto destinatario è co-protagonista della risposta. Un tipo di sostegno e di empowerment che proviene da cooperative, associazioni, gruppi di cittadini  che, ciascuno con i propri valori e le proprie peculiarità, esprimono la stessa idea:  essere risorsa l’uno per l’altro e costruire insieme risposte per tutti.

Questa seconda edizione è riuscita davvero a condensare tanti aspetti del sociale, tutti  legati fra loro dal filo solidale della prossimità:  gruppi di lavoro su cibo, economia sociale, solidarietà, coesione, ambiente, territorio, beni comuni e partecipazione. Esperienze e possibilità di incontrare a tu per tu altre persone ed approfondire specifici progetti.  L’arte è stata scelta efficacemente e presentata nei luoghi dove si svolgevano gli eventi, divenendo anch’essa veicolo e linguaggio per raccontare la prossimità. Tanti laboratori, dove si è parlato di amministrazione condivisa,  patti di collaborazione, lavoro con le comunità e per generare prossimità, servizi per ritrovare la cittadinanza, attraverso quelli che sono i corridoi umanitari della cooperazione sociale di inserimento lavorativo.  Un vero fermento di idee e innovazione del terzo settore,  che ha trovato nella fortissima tradizione sociale della città di Bologna, l’alveo perfetto per far crescere e consolidare l’entusiasmo nato a Genova.

“La prossimità sta esplodendo – ci tiene a precisare  Gianfranco Marocchi – perché sono sempre più numerosi i casi in cui i cittadini si uniscono per un interesse comune  che può essere un giardino condominiale,  un edificio da riqualificare oppure solo uno spazio che ha necessità di essere risistemato.  E’ stata un’intuizione che abbiamo avuto  3 o  4 anni fa e che adesso sta trovando le sue conferme e si sta espandendo, insieme a tanta voglia di confrontarsi.  Questa credo sia  la vera novità del formato di questa biennale bolognese, cioè non venire solamente a presentare le proprie realtà ma aprirsi al confronto vero per cercare una vera contaminazione. Per questo l’abbiamo organizzata in modo da essere quasi costretti ad entrare in relazione gli uni con gli altri.  Credo sia stata il motivo – conclude  il co-direttore della Biennale di Prossimità –  per il quale si siano davvero create condizioni e opportunità di confronto molto ricche”.

Anche la città di Rimini, con la sua importante realtà di cooperazione sociale,  ha partecipato a questa Biennale, così come era accaduto già a Genova nel 2015. In questa edizione però c’è stata una bella novità: oltre a La Formica infatti, che aderisce da tempo al consorzio Idee in Rete e che ha contribuito alla nascita dell’associazione nazionale ‘Rete 14 luglio’, ha aderito anche  il Consorzio Sociale Romagnolo, seguendo l’esempio della sua associata. Lo ha fatto in maniera davvero attiva, cioè allestendo uno degli spazi in cui si è svolto l’evento alla Fondazione del Monte in via delle Donzelle a Bologna, dove è stata allestita la mostra itinerante intitolata “Fattore umano”. Non poteva essere organizzato in maniera più efficace lo spazio dedicato proprio al seminario sulla Cooperazione sociale e l’ambiente, dove si è parlato di trasparenza delle regole e agibilità per la cooperazione sociale di inserimento lavorativo. Un confronto costruttivo sul sistema delle regole e dei controlli che sono necessari alle cooperative sociali di inserimento lavorativo per raggiungere gli obiettivi della loro missione. Un confronto davvero efficace  su come garantire alle cooperative agibilità al mondo del lavoro in condizioni di chiarezza e fuori da ogni ambiguità.

“Ci ha particolarmente gratificato  – precisa Massimo Semprini, Direttore del CSR – aver avuto la possibilità di portare alla Biennale la mostra itinerante del CSR intitolata ‘Fattore umano’. Si tratta di un importante lavoro di comunicazione realizzato su 23 roll-up che raccontano i valori, le storie, le peculiarità della cooperazione sociale di tipo B e che documentano l’impegno del CSR e delle cooperative aderenti per la promozione dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. Un’esposizione itinerante che ha come obiettivo il diffondere le buone prassi della cooperazione sociale in luoghi istituzionali e no. Ritengo che sia propio il valore della condivisione, che ho respirato profondamente in questa Biennale,  il valore aggiunto che possa dare quell’elemento di crescita vera per ciascuno.  Fra le tante proposte in programma ho deciso di seguire quelle strutturate intorno alla ‘Rete 14 luglio’, l’associazione a cui recentemente ha aderito anche il CSR, seguendo l’esempio de La Formica.  Per noi è fondamentale partecipate a questi appuntamenti per tre motivi principali: il confronto fra soggetti che operano nello stesso settore con un atteggiamento etico, che sta alla base dei nostri valori.  Lo sguardo in ambiti diversi dove si possono vivere problemi simili ma anche diversi perché,  è vero che il mondo della cooperazione si fa un vanto del legame territoriale, ma dall’altra parte c’è il rischio di isolarsi,  e questo nella rete non accade. Infine – conclude il Direttore del CSR – siamo convinti che solo dal confronto nascano idee nuove e riflessioni che sono necessarie  a trovare nuove soluzioni o esperienze che ci fanno muovere ed ampliare la mentalità cooperativa”.

Anche Tito Ammirati, presidente dell’Ass.ne ‘Rete 14 luglio’ e della coop. Arcobaleno di Torino, mette in evidenza un legame forte con la Biennale, proprio nella quale è nata l’idea della rete. “Un entusiasmo che si è addensato con la voglia di mettersi insieme,  per ragionare su temi comuni della cooperazione sociale e per individuare prospettive e scenari futuri per la crescita.  Sia nell’incontro di stamattina – ribadisce il presidente –  dove abbiamo affrontato diversi temi come le regole, gli appalti e soprattutto come garantire un utilizzo intelligente degli stessi per creare inclusione sociale, che nel pomeriggio, all’assemblea della rete, dove abbiamo ragionato sulle evoluzioni possibili di un welfare aziendale più rispondente al nostro mondo cooperativo,  abbiamo messo in atto un vero confronto partecipato dove le esperienze diventano contaminanti. Questa è la vera essenza della Biennale della Prossimità. Credo sia molto interessante – conclude il presidente – il confronto fatto sulla carta etica della cooperazione sociale,  un documento che la rete sta per partorire e che costituirà un punto di riferimento essenziale  perché traduce dentro di se i valori che ciascuno di noi esprime”.

                                                                                                                         Violante  Emiliano