Quesi 400 iscrizioni, oltre 200 presenze e 45 colloqui per la cooperativa: i numeri dell’evento e l’esperienza, nell’intervista a Pietro Borghini

Lo scorso 28 novembre a Forlì, nel Campus Universitario di UNIBO, la Formica ha partecipato al ‘Recruting Day’, la giornata in cui le aziende hanno incontrato gli studenti per un indirizzamento delle carriere e delle professioni nel sociale. La cooperativa ha scelto di partecipare a questo evento, in maniera attiva, cioè non solo nel confronto e nei colloqui con gli studenti, avvenuti nel pomeriggio presso negli stand con tutte le altre aziende e associazioni che hanno aderito all’iniziativa,  ma facendo parte anche della presentazione in plenaria, svoltasi nella mattinata. Erano presenti infatti, al work shop generale, il presidente Pietro Borghini e Ardjana Vogli, che hanno presentato La Formica nel momento assembleare, coordinato dai dirigenti di UNIBO, a cui hanno aderito anche altre imprese.

Quella di aderire alla proposta, fatta dall’Università di Bologna è stata una decisione  naturale per La Formica, che riconosce il ‘Recruiting Day: Carriere e Professioni nel Sociale’, come il luogo ideale per un confronto intergenerazionale e una proficua possibilità di crescita reciproca, intrecciando comuni interessi. Una decisione facile, quindi, subito accolta dalla direzione, perché perfettamente in linea con la filosofia imprenditoriale. Ne abbiamo parlato con il Presidente Pietro Borghini.

La Formica ha da sempre avuto una particolare sensibilità per il mondo scolastico ed accademico. Un atteggiamento virtuoso che consente di  entrare in contatto con i giovani, ma anche una  necessità per facilitare lo sviluppo e l’evoluzione delle imprese sociali del territorio. Pietro, com’è andata la giornata di giovedì 28 novembre?

La giornata è andata molto bene. E’ una proposta che l’Università ci ha fatto e che abbiamo ritenuto molto interessante.  Nella prima giornata di reclutamento da parte delle imprese sociali, c’erano principalmente cooperative, ma anche altri tipi di società come ad esempio  Emergency. E’ stato molto interessante perché comunque nella parte introduttiva sia il Rettore che il Direttore della sede, ci hanno spiegato bene il senso di questo evento e hanno detto che la sede di Forlì, in particolare,  è una delle università che ha la più alta percentuale di laureati che poi vengono collocati nel mondo del lavoro.

Che tipo di riscontro ha avuto il Recrutin Day  in termini di presenza?

Guardando le presenze in sala in realtà c’erano ragazzi anche di altre università, non solo di Forlì ma anche di Rimini, Ravenna e di Bologna. Si tratta di un tema molto sentito che ha richiamato molti studenti: quelli  iscritti erano quasi 400 , in sala credo abbiano partecipato oltre 200 giovani,  quindi circa il 50%, che comunque è un numero molto alto. La cosa interessante di questo evento è stata anche che l’università ha messo a disposizione un sito web, in cui le aziende sono state iscritte, dove è stato caricato il logo con l’accesso al sito e dove c’era una bacheca degli studenti iscritti con anche i relativi curriculum. Le aziende quindi potevano direttamente invitare a colloquio gli studenti che, secondo loro, avevano i requisiti più adatti alle proprie organizzazioni.

Quanti colloqui-contatti avete avuto con La Formica?

La giornata è andata meglio delle nostre aspettative, perché alla fine della giornata abbiamo sostenuto 45 colloqui. 45 studenti in tutto, tra chi è solo passato, lasciando il curriculum e chi invece ha sostenuto un colloquio  più strutturato. Io e Diana, abbiamo sostenuto i colloqui negli stand aziendali, nel pomeriggio, dopo che  è stata  fatta la presentazione in plenaria.

E’ stata l’occasione per entrare in contatto con uno spaccato di  giovani provenienti da diversi percorsi, alcuni già iscritti al secondo anno della magistrale, molti altri già laureati alla triennale che si stavano affacciando ad un possibile lavoro per il proprio futuro. Si sono candidati tanti profili interessanti, non tutti idonei a quello che serve adesso in cooperativa, ma comunque ciascuno con le sue peculiarità e devo dire che tutti erano davvero  interessanti. Abbiamo notato una gran voglia di mettersi in gioco da parte di giovani laureandi, quasi tutti disponibili a fare un tirocinio e questo penso sia un’ottima opportunità, sia per la cooperativa, che per alcuni di loro. Stage lavorativi che siamo disponibili ad attivare nel 2020.

In questi anni La Formica ha dimostrato una grande attenzione e vicinanza nei confronti dei giovani, della scuola e dell’Università, attivando diversi stage e tirocini formativi. Quanto è importante coltivare questo rapporto per un’impresa sociale?

Credo che questo sia un aspetto fondamentale, per lo sviluppo e il rilancio dell’azione della cooperativa, per diversi motivi.  Prima di tutto i giovani portano all’interno delle imprese sociali nuove competenze e conoscenze, sicuramente più fresche ed innovative. Questo processo avviene perché hanno grande entusiasmo ed iniziativa, un’intraprendenza che viene iniettata direttamente dentro l’organizzazione del lavoro. Sono alla prima esperienza e quindi si vogliono mettere in gioco fin da subito. In fine c’é l’aspetto che a noi cooperatori sta più a cuore, e cioè il grande tema del ricambio intergenerazionale della cooperazione.

Dare un’opportunità oggi a questi ragazzi,  vuoi dire dare una possibilità di crescita a quelle persone che un domani potranno guidare la cooperativa, garantendo la prosecuzione delle attività lavorative. Questo è un impegno che dobbiamo avere noi dirigenti, per garantire un futuro alla cooperazione. L’idea che la proprietà della cooperativa, il suo grande valore fatto di persone e capitali,  resti alle persone, cioè ai soci che in quel momento la costituiscono e non a quelli che l’hanno fondata, che prima o poi dovranno uscirne,  è una peculiarità fondamentale di questo mondo. Un aspetto,  che a mio avviso, ne esalta il senso e gli obiettivi sociali. Abbiamo l’obbligo di garantire queste finalità per stimolare la continuità delle nostre organizzazioni. E’ una cosa che può avvenire solo  promuovendo il ricambio intergenerazionale.

                                                                                                               Violante Emiliano