Lavoro dignitoso, integrazione per svantaggiati e migranti. Le realtà sociali vicine alla Chiesa di Rimini rinnovano la loro scommessa

Erano oltre 40 i presenti al decimo compleanno del Consorzio Mosaico che si è svolto nel pomeriggio di lunedì 13 novembre presso la Comunità Montetauro a Coriano. Dodici  le realtà sociali del territorio riminese, che si sono riunite per un’assemblea ed una cena conviviale, allo scopo di rinnovare lo stesso entusiasmo e gli stessi obiettivi per i quali, dieci anni prima, si erano uniti,  facendo nascere una rete solidale di buone prassi.

Un sistema di relazioni capaci di porre la centralità della persona come fine di ogni azione, applicando i principi di solidarietà e sussidiarietà e riconoscendo il lavoro come diritto e mezzo per la realizzazione e l’integrazione. Era infatti il 25 novembre del 2007, il giorno in cui  diverse  imprese sociali, vicine al mondo cattolico  riminese, decisero di creare il consorzio Mosaico, ispirato ai valori del Vangelo espressi dalla dottrina sociale della Chiesa. Dieci anni in cui si ci è impegnati a promuovere l’integrazione dei vari enti aderenti, tutti nati nell’ambito ecclesiale,  cercando di costruire un sistema di rete radicata nel territorio riminese ed offrendo servizi di qualità alla persona nelle varie situazioni di vita.  In particolare nei confronti di coloro che si trovano in stato di disagio morale, psicologico, sociale ed economico. Fra di loro dieci sono le realtà fondatrici, tra queste le cooperative sociali M. P. D. A. Girasole; Finestra; Madonna della Carità; il Millepiedi; Diapason; l’Aquilone; Metis; Comunità Montetauro; Fondazione San Giuseppe l’associazione Sergio Zavatta. A cui si sono aggiunti in seguito, come nuovi soci,  le cooperative sociali La Formica ed Eucrante.

 Quello del 13 novembre scorso è stato un pomeriggio davvero coinvolgente. Dopo la presentazione di tutto il lavoro svolto in 10 anni e riassunto in una efficace relazione preparata ed esposta dal presidente Pietro Borghini, c’è stata l’introduzione al tema vero dell’incontro, che ha caratterizzato l’assemblea e che rispecchia a pieno l’anima del consorzio. “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale”, un titolo che la dice lunga sull’idea che questi cooperatori hanno per il futuro delle loro imprese e associazioni.

E’ toccato a Virginia Casola, fra i delegati della diocesi di Rimini presenti alla 48ª settimana sociale svoltasi a Cagliari lo scorso 26 29 ottobre, introdurre il delicato e sentito argomento. La responsabile del Progetto Policoro,   ha esposto in maniera chiara e stimolante i lavori di Cagliari: dagli interventi ai dibattiti, fino al messaggio del Santo Padre Francesco. Ma che cosa c’entra la chiesa con il mondo del lavoro? La domanda posta anche a Cagliari pone un tema fondamentale sul ruolo della Chiesa che è stata determinante anche per il Consorzio Mosaico, fin dalla sua nascita. Tutti gli aderenti al consorzio Mosaico infatti  si sono ritrovati nelle parole di Virginia, pronti a rinnovare le motivazioni genuine che hanno fatto nascere il consorzio.  È necessario fecondare i processi lavorativi, la vita delle aziende e le comunità dei lavoratori – si legge dal video messaggio del Santo Padre, ascoltato a Cagliari – Il compito dell’imprenditore è affidare i talenti ai collaboratori, a loro volta chiamati non a a sottrarre quanto ricevuto, ma farlo fruttare al servizio degli altri. Nel mondo del lavoro, la comunione deve vincere sulla competizione.”

Sono stati gli stessi temi affrontati a Cagliari che hanno stimolato i presenti a cercare nuove stili cooperativi attuabili:  il superamento della distanza tra sistema scolastico e mondo del lavoro; la questione del lavoro femminile; la conciliazione famiglia – lavoro; la formazione e la valorizzazione dei talenti; il ruolo che i giovani hanno all’interno delle cooperative; il lavoro dei portatori di disabilità  e  il lavoro dei migranti. Argomenti attualissimi che hanno fatto emergere l’entusiasmo e la voglia di rimettersi in gioco ancora, come in quel novembre di dieci anni fa. Anche il dibattito è stato molto partecipato, favorendo un confronto che si è svolto con il metodo sinodale.  Opinioni, paure, perplessità, certezze ma anche buone prassi, fiducia, idee e proposte per il futuro. L’occasione di mettere a fuoco, con maggiore chiarezza  gli obiettivi dei prossimi anni della rete perché continui a crescere a a rappresentare il volto buono della cooperazione sociale riminese.

“Credo che le cooperative che fanno parte del consorzio – sottolinea Virginia Casola – sono in prima persona chiamate a partecipare al lavoro che è stato fatto a Cagliari e quindi anche al lavoro che verrà fatto dopo Cagliari, proprio perché queste sono delle esperienze molto preziose. Questa può essere proprio l’occasione per ripensare al loro lavoro passato, ma soprattutto ripensare al lavoro futuro. Oggi – conclude la responsabile –  ho trovato la medesima voglia di mettersi in gioco che ho vissuto a Cagliari”.

“È uno spirito di comunione e fraternità e non uno spirito di competizione – ribadisce il Vescovo Francesco – quello che ancora oggi lega le cooperative del consorzio Mosaico. Un lavoro comune che permette a tutti di andare avanti, anche quando una realtà fa fatica. Quella fatica viene condivisa da tutte le realtà del consorzio, così ché, anche quella realtà più fragile, riprende vigore e slancio. Allo stesso modo come quando una realtà cammina veloce, la gioia contamina anche le altre. Una condivisione quindi che davvero permette di proseguire sullo spirito di comunione.”

Attualmente il consorzio è concentrato soprattutto sul tema dei migranti e su quello dell’accoglienza, ma nuove sfide si preparano e ci sono diversi gruppi di lavoro concentrati  su altri fronti.  Diverse prospettive, diversi campi d’azione che vedono però sempre il lavoro come principale strumento d’integrazione sociale e realizzazione della propria dignità.  Un’esigenza di vita reale da perseguire con strategie imprenditoriali creative e propositive, tarate sulla persona, a cui il consorzio Mosaico cerca di rispondere sin dalla sua nascita e che adesso ha fissato, di nuovo, come obiettivo,  anche per il suo futuro. 

Violante  Emiliano